La sfida
(im)possibile di oggi è imparare qualcosa di buono dalla crisi economica e
ambientale del nostro tempo, che ci mette tutti alla prova, che ci piaccia o
meno.
Per questo
invece di suggerirvi una ricetta oggi vorrei parlare dello spreco di cibo, dei
numeri e delle conseguenze, ma anche dell’enorme opportunità che questi tempi
ci offrono per ripensare il nostro modo di consumare, a partire dal consumo
alimentare.
Cominciamo
con qualche numero sullo spreco di cibo tanto per capire qual è l’entità del
problema che abbiamo di fronte a livello globale.
Negli Stati
Uniti si spreca circa il 40% del cibo prodotto, in termini di valore parliamo
di $165 miliardi l’anno, questo il dato pubblicato nel rapporto del Natural Resources Defense Council intitolato “Wasted: How America Is Losing Up to 40 Percent
of Its Food from Farm to Fork to Landfill”.
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Foto Nick Saltmarsh - CC license attribution |
In Italia secondo
la Coldiretti
si spreca il 30% del cibo lungo la filiera, per un totale di circa €37 miliardi.
Lo spreco
identificato con queste cifre riguarda tutta la catena, “dal campo alla tavola”
ma mentre nei paesi in via di sviluppo lo spreco maggiore avviene a monte, dove
il prodotto viene raccolto – per mancanza di un’adeguata catena del freddo per
esempio – nei paesi dell’Occidente Atlantico quasi la metà dello spreco avviene
a valle cioè tra la vendita e il consumatore. Le ragioni dello spreco sono
diverse: il la confezione è rovinata, il prodotto è ammaccato oppure è scaduto
e viene tolto dalla vendita, ma in Europa lo spreco domestico è responsabile
del 42% dello spreco presente sulla filiera alimentare.
In Italia
solo una minima parte – circa il 6% - viene recuperata per il consumo
attraverso donazioni alle cosiddette “banche del cibo”.
E ovviamente
allo spreco di cibo si dovrebbe aggiungere lo spreco delle risorse per
produrlo, trasformarlo, distribuirlo (energia, acqua, etc.) per non parlare
dello smaltimento dei rifiuti.
E già i
climatologi che osservano il formarsi de El Niño nel Pacifico pensano che questo trend delle estati torride si ripeterà.
Mentre si
moltiplicano le iniziative per cercare soluzioni allo spreco. C’è chi ha
sviluppato un’applicazione
per smart phone e computer che consente un rapido recupero e distribuzione
di cibo in eccedenza attraverso organizzazioni umanitarie, e chi affronta lo
spreco di cibo nell’ambito di un più ampio discorso di sostenibilità come la
conferenza che si apre a Roma domani, 5 settembre Spreco Zero -
Energia, acqua, cibo, materiali: ecco la spending review ecologica.
Per il
momento vi passo due pensierini della sera:
1)
la spesa: la risposta alla fatidica domanda “che mangiamo oggi?” comincia
nella dispensa: guarda cosa c’è, cosa sta per “scadere” e parti da quegli
ingredienti;
2)
la “scadenza” è un concetto molto ambiguo. Spesso è lì solo per tutelare le
industrie della trasformazione che dopo la data impressa non possono garantire
quel sapore o quella qualità del prodotto testato. Uno yogurt “scaduto” ieri e
mai aperto non si butta, tanto si apre e si assaggia: il 99% delle volte è
ancora buono e perfettamente commestibile.
Prossimamente
su questi schermi vi proporrò qualche ricettina creativa con gli avanzi: non
dimenticate che per esempio, la buonissima Paella spagnola è un piatto nato
proprio per recuperare gli avanzi della settimana: un po’ di pesce, un po’ di
carne, due pezzetti di una verdura e un po’ di un’altra, tutto in padella con
del riso a raccogliere tutti i condimenti mischiati!
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