domenica 29 luglio 2012

Tatin ai pomodori e cipolle caramellizzate

 

La sfida di oggi è fare con pomodori e farina qualcosa di diverso dalla pizza!

Foto Domitilla-in-cucina - CC license attribution
 Per trovare una risposta appetitosa degna di questa sfida mi sono ricordata della torta Tatin che la mia amica Jennifer mi ha fatto per una serata speciale con le amiche: buonissima e fragrante coperta da mele con una crosticina di zucchero caramellato. 

Infatti la Torra Tatin è una ricetta originale francese per una torta alla frutta che a vederla nella teglia di cottura sembra un dolce al rovescio: sopra la pasta e sotto la frutta.

Quella che vi presento qui è una variazione sul tema salato ai pomodori e cipolle caramellizzate che confesso non mi sono inventata io, ma l’ho un po’ corretta riducendo il burro nei limiti del possibile per alleggerirla un po’.
Per fare la torta Tatin i francesi usano una teglia un po’ svasata che possa andare sul fuoco e in forno.
La ricetta
Ingredienti per 4-6 porzioni:

130 gr. burro
2 ½cucchiai di olio
2 cipolle
2 cucchiai di zucchero
1 grosso spicchio di aglio
50 gr. parmigiano grattugiato
175 gr. farina  con polvere lievitante
2-3 cucchiai di foglie di timo
1 uovo (di cui useremo solo il tuorlo)
350 gr. di pomodori ciliegia
Calorie

Preparazione:
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Caramelizzate le cipolle:
Usate 30 gr. di burro e metteteli in un tegame con un cucchiaio d’olio, quando il burro è sciolto aggiungete le cipolle tagliate a spicchi (da ogni cipolla ricavate almeno otto spicchi). Fatele cuocere a fuoco non alto per almeno una decina di minuti. Aggiungete un cucchiaio di zucchero, mescolate e lasciate cuocere per ancora un paio di minuti fino a che le cipolle saranno caramellizzate. Togliete dal fuoco.


La pasta
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Mischiate 80 gr. di burro con la farina: spezzettate il burro con le mani infarinate in modo da ottenere delle briciole a cui aggiungerete il parmigiano e un paio di cucchiaio di foglie di timo. Fatene una fontana e aggiungete il tuorlo d’uovo e un paio di cucchiai di acqua fredda. Mischiate rapidamente e fatene una palla di pasta, avvolgetela con la pellicola trasparente e mettetela in frigo a riposare per una mezz’ora.

Accendete il forno a 200 C (180 se ventilato). Mettete il burro rimasto (20 gr.) e un cucchiao e mezzo di olio nella teglia per la Tatin e mettete la teglia su una fiamma vivace, aggiungete lo spicchio d’aglio tagliato a fettine sottili e 1 cucchiaio di zucchero, mescolate e rapidamente aggiungete i pomodorini tagliati a metà a faccia in giù e spargetevi il rimanente timo, fateli rosolare cosi per un minuto o due. Togliete la teglia dal fuoco e aggiungete le cipolle caramellizzate.

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Stendete la pasta a farne una forma tonda anche un poco più grande della teglia. Adagiatela sopra i pomodori e cipolle, rimboccandola ai bordi e infornate per 25 minuti.
Lasciate freddare per qualche minuto, poi appoggiate un piatto da portata sulla teglia e rigiratela (se qualche pomodoro resta nella teglia non vi scoraggiate, succede, ma si rimedia facile). Aggiungete un pizzico di sale e un poco di pepe macinato fresco.

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Calorie:
Sicuramente più di un pezzo di pizza: 416kcal a porzione se ne fate sei porzioni, 625kcal se ne fate quattro porzioni. Ma con una insalata verde a fianco avete un pasto completo.

Per consumare 416kcal potete:
  • fare jogging per mezz'ora
  • ballare per un'ora
  • andare in bici o nuotare per un ora e 10
  • camminare per un'ora e mezza.
Torna alla ricetta
 
Se vi piace l’idea e voleste provare la versione dolce, visitate ancora questo blog all’inizio dell’autunno: con le prime mele nostrane e la cannella prepareremo la versione originale.

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domenica 22 luglio 2012

Muffin ai mirtilli con un tocco di limone

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Oggi vorrei proporvi la tradizionale ricetta dei muffin con un tocco di sapore mediterraneo: il limone.

La sfida di oggi è il non mangiarne troppi! 

O meglio  come combinare la golosità con il mantenimento di un peso forma.
Il nostro stile di vita sedentario non è assolutamente salutare. E pensare che siamo nati camminatori e nomadi proprio per procacciarci il cibo! Una vignetta che circola da molto tempo in rete riassume la storia e il nostro problema.

Immagine da
http://dinosaurimannari.blogspot.nl/2010_10_01_archive.html,

Quindi ho pensato che d’ora in poi ogni volta che vi proporrò una ricetta cercherò anche di darvi delle indicazioni  sul contenuto calorico e  un’idea di quali attività fisiche potete fare per smaltire le calorie
 
La ricetta

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Ingredienti per 12 muffin:

140 gr. zucchero
250 gr. Farina  con polvere lievitante
1 cucchiaino di bicarbonato
85 gr. burro
2 uova
200 ml. panna acida*
un cucchiaino di estratto di vaniglia liquido
200 gr. mirtilli


*Il latte o la panna acida sono degli agenti lievitanti naturali che uniti al bicarbonato sostengono la lievitazione dovuta alla farina lievitante e mantengono il prodotto morbido.  La panna acida è un prodotto molto comune nell’Europa settentrionale ma non in Italia, ma è facile rimediare: basta lasciare latte o panna liquida a temperatura ambiente per un paio d’ore dopo avervi aggiunto un po’ di succo di limone. In questo caso per 200 ml  latte o panna liquida usate un cucchiaino di succo di limone.

Procedimento:
Mettere i mirtilli in un colino e sciacquateli rapidamente sotto l’acqua, lasciateli sgocciolare ed asciugarsi.

Lasciate la panna acida e le uova fuori dal frigo mentre mettete il burro a tocchetti in una piccola coppa a bagno-maria in un tegame con acqua calda affinché si squagli (non è necessario mettere il tegame sul fuoco) . Quando il burro è liquefatto, toglietelo dal bagno-maria e lasciatelo tornare a temperatura ambiente.
E’ importante che gli ingredienti liquidi siano tutti alla stessa temperatura prima di procedere.
Accendete il forno e impostate la temperatura 200 C (180 C se ventilato) e preparate una teglia da muffin con dei pirottini di carta forno.

Mischiate farina, zucchero e bicarbonato in una ciotola capiente.
In un altro contenitore battete con una frusta uova, estratto di vaniglia, panna acida e burro sciolto, ingredienti che a questo punto dovrebbero essere tutti  a temperatura ambiente e per questo amalgamarsi facilmente

Unite gli ingredienti liquidi alla farina e zucchero mescolando rapidamente, aggiungete infine 150 gr di mirtilli, mescolando con cautela per non romperli.

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Riempite i pirottini con un cucchiaio distribuendo con attenzione l’impasto.
Disponete al centro di ogni muffin tre mirtilli.
Infornate per 20-25 minuti fino a quando i muffin saranno  belli dorati in superfice. 
 


 La guarnizione
C’è chi si lamenta che i muffin siano troppo asciutti, in genere quelli con la frutta non hanno questo problema ma per aggiungere un tocco goloso e  allo stesso tempo creare un contrasto morbido-croccante e dolce-acidulo vi suggerisco di decorarli con una glassa al limone con buccette candite.
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Mentre il burro si squagliava, ho tagliato delle striscioline sottili di buccia da un limone biologico (mi raccomando!). Cercate di tagliare la buccia senza includere il bianco che è un po’ amarognolo. Comunque ad evitare il retrogusto amaro ho messo le listarelle in poca acqua sul fuoco e le ho portate a ebollizione e tolte immediatamente dall’ acqua e fatte raffreddare.

 Le ho poi tagliate a listarelle molto piccole. Ho messo sul fuoco 100ml. di acqua e 3 cucchiai di zucchero, quando lo zucchero si è sciolto ho aggiunto le buccettine di limone e le ho lasciare sobbollire rimestando  fino a che l’acqua evaporando non ha lasciato un denso sciroppo di zucchero. Tolto dal fuoco, ho versato lo sciroppo contenente le bucce su un tagliere di vetro. Lo sciroppo si fredda e solidifica subito, basterà con un coltello o una leccarda sollevare lo strato dal tagliere e sbriciolarlo per avere pronti dei micro-canditi al limone.

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Con un paio di cucchiai di succo di limone e 85 gr. di zucchero a velo ho fatto una glassa lenta che ho poi fatto cadere a filo sui muffin già freddi. Sopra la glassa ancora umida ho poi sbriciolato un po’ di canditi… e il gioco è fatto! 



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La sfida possibile: le calorie
Ogni muffin ha un contenuto calorico di circa 360 Kcal.
Per un godimento senza sensi di colpa potete scegliere tra:
  • fare jogging per 25 min
  • ballare per  45 min.
  • andare in bici o nuotare per un ora
  • camminare per un ora e un quarto. 
Torna alla ricetta

E se non avete i mirtilli?

Se non avete i mirtilli, o non vi piacciono, potete mantenere gli stessi ingredienti  base e sostituire i mirtilli per esempio …
  • con tocchettini di pera e guarnire con una glassa di cioccolato,
  • oppure sostituire l’estratto di vaniglia con  un cucchiaio di amaretto, i mirtilli con dei pezzetti di albicocca e sopra i muffin prima di infornarli mettete delle mandorle a scaglie…





domenica 15 luglio 2012

Stuzzicando l’appetito con una ricetta antica: lavash crackers.



Recentemente ho visto Chef.  Il film non brilla particolarmente per dialoghi o spessore ma c’è una frase che mi ha fatto riflettere. La dice il coprotagonista, Michaël Youn alias Jacky Bonnot, giovane cuoco dalle alterne fortune,  quando si trova a difendere la sua scelta di seguire le ricette del grande chef Alexandre Lagarde, alias Jean Reno, invece che sperimentare la cucina molecolare: ad un certo punto ammette con orgoglio che “tutti copiamo!”

In parte è vero ed è così che la nostra specie ha selezionato nel corso dei millenni tra i cibi “buoni” e quelli “cattivi”, cioè tra quelli che ci fanno crescere e ci danno energie per sopportare la fatica e quelli che non sono sufficientemente nutrienti o sono velenosi o provocano altri effetti dolorosi e non desiderati.

Questo è il modo con cui la nostra specie è arrivata fin qui: con un’alimentazione atavica e selettiva, che si è probabilmente propagata per imitazione.

Così oggi vorrei condividere con voi  la riscoperta di un tipo di pane antico e non italiano: il lavash. Di tutti i pani piatti - pita, naan, injera, etc – il pane lavash sembra sia il più antico, è originario dell’ Armenia ma ampiamente diffuso in tutto il Medio Oriente. È molto versatile perché  ha delle varianti soffici, che si prestano a fare le funzioni  di piatto, di pane e anche di salvietta, ma anche delle altre sottili e croccanti come crackers.

Io l’ho scoperto curiosando nelle ricette di una cuoca Neozelandese, Annabel Langbein e l’ho provato subito.

Ecco la ricetta:
125 gr. farina bianca
65 gr. farina integrale
2 cucchiai di semi di sesamo neri e 2 cucchiai di semi di sesamo bianchi (o 4 di un tipo solo se non riusciste a procurarveli entrambi)
1 cucchiaio di origano fresco
1 cucchiaino di sale
¼ tazza di olio extravergine d’oliva
1 cucchiaio di olio di semi di sesamo (io non l’avevo e non l’ho usato ma sono venuti buoni lo stesso)
½ tazza di acqua

Preparazione:

Accendete il forno, temperatura 165 C (150 se ventilato). Mischiate in una ciotola gli ingredienti asciutti (farine, semi, sale e origano) mentre in una tazza con una mini frusta emulsionate insieme olio e acqua.

Impastate gli ingredienti e formate una palla di pasta che dividerete in quattro parti. Spianate ogni pezzo di pasta fino ad ottenere una sfoglia sottile, sottile, almeno quanto i semi di sesamo consentono.

Da ogni sfoglia ottenuta ricavate delle strisce di formato pappardella grande (4x15cm) che metterete in una teglia piatta che avrete rivestito precedentemente di carta da forno. Spennellate con olio e spargetevi qualche granello di sale grosso.



Infornate per 15/18 minuti.

I crackers una volta freddi possono essere conservati in un contenitore a tenuta d’aria per alcuni giorni, ma sono molto gustosi  e vi sfido a farveli durare.

Io li ho serviti per l’aperitivo con  canestrato di Moliterno e della gelatina di Moscato presa da Eataly, ma un’alternativa possono essere dei pezzettini di pera sbucciata da servire a lato. I lavash si combinano bene anche con olive e hummus.

domenica 8 luglio 2012

"mangiare bene aiuta a vivere meglio": apre Eataly a Roma

Lo scorso 21 giugno ha aperto al pubblico Eataly Roma, nello spazio dell'ex Air Terminal all'Ostiense, in piazzale XII Ottobre 1492.
Questa è la più recente e la più vasta sede che si aggiunge alla rete di centri vendita e ristoro ideata da Oscar Farinetti e iniziata con Eataly Torino nel 2007, con l'obiettivo di  favorire nel consumatore lo sviluppo di una alimentazione consapevole mentre gli si offre la possibilità di trovare prodotti di qualità a prezzi accessibili.

Non a caso qualcuno ha definito Eataly il "parco divertimenti dell'enogastronomia". 17mila metri quadri su quattro piani, 23  luoghi  di ristoro/degustazione, 40 aree per attività didattiche (per grandi e piccini), otto aule per lezioni e corsi e  tanti stand per prodotti alimentari e non, ma comunque legati all'alimentazione.


Fonte: http://www.flickr.com/photos/lupin71/7440516900/
Creative Commons License under Attribution:
 Leandro Riccini Margucci, PromoBlog

Da perderci la testa. Tanto per cominciare la libreria dedicata all'enogastronomia con tanti titoli per tutti i gusti e per tutte le tasche. Che appena ti metti a sfogliare un ricettario ti viene voglia di mettere immediatamente le mani in pasta.  E questo è probabilmente quello che pensava il signore sulla cinquantina con espressione seria e la mano a sostenere la fronte che ho visto soffermarsi per un tempo infinito sul volume  sulla panificazione con lievito naturale.
E poi tè, tisane, caffè, miele e confetture, dolci, gelati ...e poi le spezie, la pasta fresca, il pane, il pesce, la carne: insomma stavo nel mio"brodo".

Non ho provato l' "esclusivo Ristorante Italia", dove leggo ci sono addirittura dei Modigliani in bella vista. Ma Agrette Sauvage di Puntarella Rossa non era proprio entusiasta del bucatino cacio e pepe.
Ho provato invece nella Friggitoria i fiori di zucca alla ricotta (8 Euro) e le alici di Cetara (11 Euro), accompagnati con prosecco (3 Euro a bicchiere). Tutto buono e ad un prezzo ragionevole, a cui va aggiunto - a riprova della qualità - che i fritti non mi hanno inseguito per tutta la notte come un branco di lupi rabbiosi.

La struttura progettata da Julio Lafuente  per i Mondiali di calcio Italia 1990 era stata a lungo senza una vera destinazione, ma le sue volte disegnate per catturare la luce e la sua struttura minimalista devono essere sembrate ideali ad ospitare questo mega-store gastronomico, visto che fin dall'inizio Farinetti ha ricercato nei suoi spazi di non ripetere nell'esposizione e nell'illuminazione le modalità da supermercato, ma ha semmai voluto riproporre l'idea della piazza con il mercato, ricercando la possibilità di uso della luce naturale e di una disposizione dove ai punti-vendita si alternino  spazi per la degustazione,  le letture, etc.

Farinetti si appoggia idealmente ai valori diffusi da Slow Food: la triade Buono, Pulito e Giusto. Ed ha trovato in Slow Food anche una sorta di partner-tutor, un consulente strategico, con un ruolo di controllo e verifica sia sulla qualità' dei prodotti che sulla loro provenienza.

Insomma, che dire, troppo bello per essere vero?
Il primo pensiero è che in questi tempi grigi di crisi, mi sembra un'operazione coraggiosa a cui va un augurio  di successo - se non altro per tutti  i giovani che vi ho visto al lavoro.  Ma Farinetti è un imprenditore e questo è il ventesimo Eataly aperto nel mondo [Torino(2), Milano, Bologna, Pinerolo, Asti, Monticello, Genova, Tortona e negli Stati Uniti a New York, più ben nove centri a Tokyo]  quindi più che coraggio immagino che questo sia il risultato di una attenta politica di crescita - o meglio come la chiama Eataly di sviluppo.  Allora l'augurio è un altro.  Che nel crescere si mantenga coerenza.

"chi semina utopie raccoglie realtà"  questa frase di  Carlo Petrini fondatore di Slow Food, viene citata nella pagina "Chi Siamo" di Eataly   a sottolineare la consapevolezza delle difficoltà insite nel percorso prescelto. Consapevolezza che speriamo non giustifichi compromessi laschi ma aiuti a perseguire gli obiettivi annunciati.

E'  una frase che nello specifico riconosce la forza di un'esperienza, quella di Slow Food, raggiunta con tempo e fatica. Ma allo stesso tempo è una promessa e un augurio per chi vuole continuare a seminare utopie, a raccogliere sfide che sembrano  impossibili.
E quindi idealmente e' una frase che mi sembra di casa in questo blog.

Sull'apertura del primo Eataly di Torino vi suggerisco - in inglese - un breve ma completo reportage di  Ivan Carvalho.

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