domenica 8 luglio 2012

"mangiare bene aiuta a vivere meglio": apre Eataly a Roma

Lo scorso 21 giugno ha aperto al pubblico Eataly Roma, nello spazio dell'ex Air Terminal all'Ostiense, in piazzale XII Ottobre 1492.
Questa è la più recente e la più vasta sede che si aggiunge alla rete di centri vendita e ristoro ideata da Oscar Farinetti e iniziata con Eataly Torino nel 2007, con l'obiettivo di  favorire nel consumatore lo sviluppo di una alimentazione consapevole mentre gli si offre la possibilità di trovare prodotti di qualità a prezzi accessibili.

Non a caso qualcuno ha definito Eataly il "parco divertimenti dell'enogastronomia". 17mila metri quadri su quattro piani, 23  luoghi  di ristoro/degustazione, 40 aree per attività didattiche (per grandi e piccini), otto aule per lezioni e corsi e  tanti stand per prodotti alimentari e non, ma comunque legati all'alimentazione.


Fonte: http://www.flickr.com/photos/lupin71/7440516900/
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 Leandro Riccini Margucci, PromoBlog

Da perderci la testa. Tanto per cominciare la libreria dedicata all'enogastronomia con tanti titoli per tutti i gusti e per tutte le tasche. Che appena ti metti a sfogliare un ricettario ti viene voglia di mettere immediatamente le mani in pasta.  E questo è probabilmente quello che pensava il signore sulla cinquantina con espressione seria e la mano a sostenere la fronte che ho visto soffermarsi per un tempo infinito sul volume  sulla panificazione con lievito naturale.
E poi tè, tisane, caffè, miele e confetture, dolci, gelati ...e poi le spezie, la pasta fresca, il pane, il pesce, la carne: insomma stavo nel mio"brodo".

Non ho provato l' "esclusivo Ristorante Italia", dove leggo ci sono addirittura dei Modigliani in bella vista. Ma Agrette Sauvage di Puntarella Rossa non era proprio entusiasta del bucatino cacio e pepe.
Ho provato invece nella Friggitoria i fiori di zucca alla ricotta (8 Euro) e le alici di Cetara (11 Euro), accompagnati con prosecco (3 Euro a bicchiere). Tutto buono e ad un prezzo ragionevole, a cui va aggiunto - a riprova della qualità - che i fritti non mi hanno inseguito per tutta la notte come un branco di lupi rabbiosi.

La struttura progettata da Julio Lafuente  per i Mondiali di calcio Italia 1990 era stata a lungo senza una vera destinazione, ma le sue volte disegnate per catturare la luce e la sua struttura minimalista devono essere sembrate ideali ad ospitare questo mega-store gastronomico, visto che fin dall'inizio Farinetti ha ricercato nei suoi spazi di non ripetere nell'esposizione e nell'illuminazione le modalità da supermercato, ma ha semmai voluto riproporre l'idea della piazza con il mercato, ricercando la possibilità di uso della luce naturale e di una disposizione dove ai punti-vendita si alternino  spazi per la degustazione,  le letture, etc.

Farinetti si appoggia idealmente ai valori diffusi da Slow Food: la triade Buono, Pulito e Giusto. Ed ha trovato in Slow Food anche una sorta di partner-tutor, un consulente strategico, con un ruolo di controllo e verifica sia sulla qualità' dei prodotti che sulla loro provenienza.

Insomma, che dire, troppo bello per essere vero?
Il primo pensiero è che in questi tempi grigi di crisi, mi sembra un'operazione coraggiosa a cui va un augurio  di successo - se non altro per tutti  i giovani che vi ho visto al lavoro.  Ma Farinetti è un imprenditore e questo è il ventesimo Eataly aperto nel mondo [Torino(2), Milano, Bologna, Pinerolo, Asti, Monticello, Genova, Tortona e negli Stati Uniti a New York, più ben nove centri a Tokyo]  quindi più che coraggio immagino che questo sia il risultato di una attenta politica di crescita - o meglio come la chiama Eataly di sviluppo.  Allora l'augurio è un altro.  Che nel crescere si mantenga coerenza.

"chi semina utopie raccoglie realtà"  questa frase di  Carlo Petrini fondatore di Slow Food, viene citata nella pagina "Chi Siamo" di Eataly   a sottolineare la consapevolezza delle difficoltà insite nel percorso prescelto. Consapevolezza che speriamo non giustifichi compromessi laschi ma aiuti a perseguire gli obiettivi annunciati.

E'  una frase che nello specifico riconosce la forza di un'esperienza, quella di Slow Food, raggiunta con tempo e fatica. Ma allo stesso tempo è una promessa e un augurio per chi vuole continuare a seminare utopie, a raccogliere sfide che sembrano  impossibili.
E quindi idealmente e' una frase che mi sembra di casa in questo blog.

Sull'apertura del primo Eataly di Torino vi suggerisco - in inglese - un breve ma completo reportage di  Ivan Carvalho.

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